Un Bagigio per l'Africa
Suor Luciana è una di quelle persone che fa....è pratica.....agisce
mentre ci sorride e ci da il benvenuto nella clinica di Maganasse sta già tagliando la papaya da offrirci…...Maganasse ci spiega è una clinica per bambini gestita da un gruppo di suore ed infermieri
ci fa vedere la clinica gli orti le varie costruzioni di Maganasse e noi stentiamo a starle dietro...cammina veloce....ci mostra...parla....da ordini e dirige le persone che incontra per strada....
è molto concreta pratica....mentre ci mostra le novizie ci dice che sono lì per studiare e se poi vorranno farsi suore bene altrimenti avranno avuto un'istruzione ed imparato buone regole sanitarie
ci mostra orgogliosa l'orto....insalata verdure pomodori....e ci dice li metto la cenere della stufa....
questo è il buco del compost....qui faremo un recinto altrimenti entrano le iene di notte.....queste piante di carote senza carote le hanno lasciate le scimmie......ed intanto sorride e rincorre i due maiali che le mangiano le piante. glieli hanno regalati piccoli, sorridendo dice ci mangiano gli avanzi della cucina ed alla fine ci daranno salcicce gratis
l'orto fornisce il cibo ai bambini ospitati nella clinica
sinergie....i banani forniscono il pollaio e le galline in cambio pulizia dalle erbacce
e noi la rincorriamo nel giro esplorativo.....ci fa conoscere due giovani medici italiani che sono li per dare una mano....uno ha la febbre e lei gli dice stai a letto oggi che domani abbiamo bisogno di te in clinica
ci mostra orgogliosa il deposito medicine tenuto in ordine svizzero....neanche a dirlo da Suor Arnolda di origni svizzere.........è sera e buio quando conosceremo suor Arnolda .... e lei ci saluta dal suo ufficicio dove sta redigendo i registri della giornata....
alla sera quando penseresti che il loro lavoro queste suore dopo che hanno curato tante persone è finito....loro no alla sera tengono registrazione di quello che è successo nella giornata
anche sulle pareti della clinica tengono resoconto delle statistiche delle persone curate....tipologie di malattie...tipologie di malati
in questo posto sperduto dove le donne arrivano di notte in barelle portate a mano dai villaggi al buio per partorire..........trovano rigore ed ordine pulizia “svizzere” che sicuramente servono, trovano stanzette per le partorienti dove si possono fermare prima e dopo il parto
prima i malati e le donne con i bambini aspettavano tutti insieme in una stanza....adesso suor luciana
ha sviluppato una sorta di percorso e zona accoglienza che dia conforto anche a quelli che aspettano
…..e mentre parliamo arriviamo davanti ad un tucul (casa tipica etiope) e suor luciana con il suo sorriso: un giorno sono arrivata qui e c'era un pezzo di terreno libero avevavamo un po' di tempo libero ed allora ho detto costruiamo un tucul! una casa in più di accoglienza......e sempre ridendo ce lo mostra contenta
semplice e pratica.....suor Luciana mi ricorda la mia zia adottiva Isolde....di quelle che dicono le cose come le passano per la testa....sincere e spontanee......di quelle che non possono stare ferme e mentre ti parlano ti fanno la torta....
noi a suor luciana spieghiamo con Carlo e Franco progetti di cooperazione su tre anni....progetti di orti.....progetti di costruire una casa per le novizie.....e lei ci ascolta.....bei progetti, strutturati....
richiederanno tempo e pianificazione.... vedo che lei ne capisce l'importanza ma ho la sensazione che nel suo fare pratico forse con tempi lunghi da succedere....
e ce lo dimostra subito dopo......stiamo partendo..siamo già nella jeep lei ci dice: abbiamo bisogno di un bagigio! 4000 euro per un bagigio......io guardo Carlo e non capisco....suor luciana a fiume ci dice che per portare le vaccinazioni nei villaggi e per fornire un mezzo di spostamento ai pazienti ha pensato ad un bajaj (una ape car....quelle motorette su tre ruote che dietro hanno posto per i passeggeri)
la sua idea è di affidarla ad un ragazzo che lavora con loro nella clinica
lui avrà il bajaj ed un lavoro.....pagato in parte dalla clinica ed in parte dai pazienti....
i pazienti non dovranno fare km e km per ricevere medicine o raggiungere la clinica....e la clinica avrà un servizio di trasporto a disposizione........semplice e pratico direi.....”suor luciana style”
nella mia testa da allora rimane questa idea di dare un Bagigio a Maganasse...per me ormai il bajaj in africa è un bagigio per noi in italia
un piccolo contributo....”un bagigio”.....l'equivalente di una nocciolina per noi qui........ porterà ad un grosso aiuto in africa....ad un Bajaj
Progettazione
AleDima Studio, Carlo Pellegrini, Associazione Rastel Aps
Promotori
Alessandro Dimauro (socio Rastel Aps, titolare AleDima Studio)
Sofia Turra assistente progetto
Carlo Pellegrini (socio Rastel Aps, responsabile progetti cooperazione internazionale Rastel Aps)
Sostenitori Rastel Aps, RTTR
Un Bagigio per l'Africa diventa un Bajaj per Wondu e la Clinica di Maganasse
Un ragazzone di circa 28 anni alto più di un metro e novanta, quasi non ci entra nel Bagigio, le ginocchia sul volante, curvo per poter guardare la strada, arriva e si sporge dal finestrino quasi a prender fiato.
I suoi occhi brillano di gioia e commozione insieme, orgoglioso del suo Bagigio ci fà salire e ci porta Maganasse da suor Luciana, la strada bianca la percorre molto lentamente, conosce i sassi uno per uno e li evita per non far sobbalzare il Bajaj, impieghiamo mezz' ora per fare 10 km, perchè il Bagigio non può e non si deve rovinare.
Arriviamo e ci accoglie suor Luciana con il suo infinito sorriso, ci racconta che da quando Wondu ha questo lavoro a settembre si è sposato e riesce a mettere via un po di soldi ogni mese per coltivare un sogno ancora più grande.
Ha fatto i conti che fra 7-8 anni riuscirà a comperarsi un pulmino così da riuscire a dare un futuro alla sua nuova famiglia.
Ancora una volta Suor Luciana ha fatto centro . . . premiando chi crede nella vita e in un futuro migliore, a testimonianza che l' impegno è la base per costruire e costruirsi un futuro migliore.
Io ho avuto il privilegio conoscere Wondu, di vedere i suoi occhi brillare mentre mi ringraziava a nome di tutti coloro che hanno voluto aiutarlo.
Non riuscirò mai a farlo come lo ha fatto lui.
Un grazie sincero ed un abbraccio a tutti Voi
Carlo